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Rifiuti Radioattivi: verso deposito nazionale

15 Aprile 2016 News

“Dialogo, condivisione e trasparenza”. Fabio Chiaravalli, direttore Sogin deposito nazionale e parco tecnologico, sintetizza così la strada scelta per arrivare alla costruzione dell’infrastruttura in cui verranno stoccati definitivamente circa 75.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività e, temporaneamente, altri 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività. Sogin ha individuato alcune decine di aree potenzialmente idonee, distribuite sul territorio italiano, sulla base dei ferrei criteri dettati dalla guida tecnica emessa dall’Ispra, l’istituto superiore per la ricerca ambientale.

La lista è stata consegnata ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente che devono dare l’ok alla sua pubblicazione. Da quel momento partirà una consultazione pubblica con cittadini, associazioni ed enti locali, che sfocerà in un seminario nazionale, al termine del quale saranno raccolte tutte le osservazioni per arrivare a stilare una carta definitiva delle aree idonee. “Confidiamo che la condivisione dell’intero processo”, dice Chiaravalli, “porterà alcuni territori ad avanzare una propria candidatura”. L’opera, che risponde a una direttiva europea, assicura investimenti per 1,5 miliardi di euro, 1.500 posti di lavoro per 4 anni e 700 durante il suo esercizio, incentivi e infrastrutture per il territorio che vorrà ospitarla, oltre a un parco tecnologico destinato alla ricerca. Dei circa 90.000 metri cubi di rifiuti radioattivi che vi verranno raccolti complessivamente e oggi sparsi su tutto il territorio nazionale, il 60% deriverà dallo smantellamento dei vecchi impianti nucleari e il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca che continueranno a produrne anche in futuro.